Nel futuro ci sarà ancora spazio per il web design?

Editorial | Apr 2022

Nel futuro ci sarà ancora spazio per il web design?

Una rapida panoramica dell'evoluzione del web design

Quando il web era agli inizi nei primi anni ’90, la gente pensava che quella roba fosse intelligente! Ma ora, quando guardiamo indietro, quei primi progetti di siti Web erano inevitabilmente primitivi. Ciò non era dovuto solo alla mancanza di risorse disponibili per i web designer in quel momento, ma una conseguenza di connessioni Internet incredibilmente lente, tecnologia di qualità inferiore e dispositivi che semplicemente non corrispondono agli standard odierni.

Grazie a tecnologie come wifi, fibra e 5G che hanno portato velocità di reti superiori, negli ultimi 5 anni il mercato è stato invaso da innumerevoli strumenti e siti web che combinano forma e funzionalità e l’arrivo degli smartphone ha portato il design mobile-first in cima alle priorità di un sito web. Questa è solo una parte della continua evoluzione che negli anni è stata testimoniata dal settore.

Intelligenza artificiale e chatbot

Il concetto di intelligenza artificiale (AI) ha suscitato molte discussioni. Non è solo una questione se possiamo programmare una macchina per pensare da sola; è anche una questione del “se” si dovrebbe fare ciò. A parte le ansie in stile Terminator, l’IA modellerà più del solo futuro del web design. L’esempio più ovvio sono i chatbot, che grazie alla loro scalabilità vengono impiegati sia da piccole organizzazioni che da grandi aziende per coinvolgere i visitatori del sito.  Questo permette di limitare le risorse di assistenza clienti ad alcuni casi specifici, utilizzando invece i chatbot per rispondere a semplici domande e gestire i reclami. Secondo un rapporto di Grand View Research, il mercato dei chatbot varrebbe $ 1,23 miliardi entro il 2025, mentre secondo un sondaggio di Oracle, l’80% delle persone ha utilizzato o prevede di utilizzare un chatbot online entro la fine del decennio. Anche i chatbot che utilizzano i più diffusi sistemi di messaggistica istantanea come Facebook Messenger e WhatsApp per comunicare stanno guadagnando terreno. Questo fa parte di una tendenza più ampia che sta offuscando le distinzioni tra piattaforme e dispositivi combinando i servizi forniti su un sito Web con app di terze parti indipendenti. Nel 2023, l’IA diffonderà i suoi tentacoli in tutti gli altri aspetti della progettazione del sito. I chatbot diventano più intelligenti ed efficienti con ogni query che gestiscono grazie agli algoritmi di apprendimento automatico. Ciò è particolarmente vero per la ricerca vocale, che ha il suo ruolo da svolgere nel ridefinire le aspettative degli utenti web. È semplice immaginare una sfilza di altre modifiche al web design che, sebbene siano fantascienza al momento, potrebbero facilmente diventare realtà entro il 2023. È realistico aspettarsi che, nei prossimi cinque anni, gli individui saranno in grado di assumere personal shopper autonomi quando visitano siti di e-commerce se l’intelligenza artificiale e i chatbot diventeranno abbastanza sofisticati. I siti web di moda di lusso stanno ora investendo in servizi specializzati di assistenza allo shopping gestiti da persone reali. Questo è legato all’ecosistema del marketing degli influencer, che è stato reso possibile solo dalla tecnologia moderna e dalle piattaforme Internet. Anche se l’intelligenza artificiale e l’automazione diventeranno popolari, i servizi basati sulle persone dovrebbero comunque avere un posto nel nuovo ecosistema online.

Interfacce vocali

Le persone sono diventate più abituate a fare domande e ricevere una risposta vocale dai propri dispositivi grazie a servizi come Siri e Google Assistant. Alexa e gli altoparlanti Echo di Amazon sono andati ancora oltre, ignorando completamente i siti Web e generando risposte senza la necessità di visualizzare le informazioni su uno schermo.

Si prevede che le interfacce vocali diventeranno più popolari nei prossimi cinque anni poiché gli utenti preferiscono un modo più naturale e colloquiale per interagire con i siti web. Ciò significa che la voce dovrà essere considerata sia durante i processi di progettazione che di creazione dei contenuti. Sfortunatamente, i concetti di interfacce vocali sono completamente diversi e rappresentano una barriera significativa per gli sviluppatori. L’intelligenza artificiale e l’automazione potrebbero salvare la situazione e vengono già utilizzate per migliorare il modo in cui gli assistenti vocali gestiscono le richieste. Gli approcci brevi, concentrati e basati su parole chiave dell’era SEO lasceranno il posto a un momento in cui le parole di ricerca più lunghe e saranno significativamente più efficaci. Di conseguenza, le strategie di contenuto cambieranno per riflettere questo, con le FAQ che attirano più visualizzazioni rispetto agli articoli del passato ricchi di parole chiave.

Nonostante le difficoltà, la parola ha il potenziale per liberare i siti web e ridurre la loro dipendenza da materiale formale e strettamente organizzato. I motori di ricerca tradizionali, come Google, considerano persino la voce un pericolo; una società che è coinvolta nella sua stessa corsa agli armamenti.

Integrazione della scienza dei dati

Il sito web non è più l’unico posto dove andare per aumentare il riconoscimento del marchio. In un mondo di dispositivi collegati e Internet of Things, tutti gli aspetti del sistema devono collaborare per fornire la migliore esperienza utente possibile. Utilizzando strumenti analitici e adeguandosi continuamente alle modifiche delle impostazioni, il web design può trarre vantaggio dall’afflusso di dati. Il cambiamento sarebbe abbastanza simile all’ondata di reattività mobile, con l’eccezione che sarebbe applicato alle apparecchiature di tutti i giorni come frigoriferi e automobili. Il data scientist e il web designer del futuro sarebbero alloggiati nella stessa scatola, permettendo loro di interagire e collaborare in maniera sinergica.

Siti web più intelligenti

Poiché gli smartphone sono ora più ampiamente utilizzati per la navigazione online rispetto ai laptop o ai PC desktop, l’adattabilità è diventata cruciale. Il web design sarà ulteriormente progredito su questa strada entro il 2023, con siti più intelligenti che evitano layout “standard” e formati obsoleti. Questo albero ha molti rami e il design reattivo è semplicemente uno di questi. Si prevede che le interfacce ottimizzate per la voce, i chatbot e gli adattamenti di pagina specifici del contesto diventeranno più popolari in futuro.

I siti possono già essere personalizzati in base a criteri come la posizione del visitatore, il dispositivo che sta utilizzando e gli altri servizi a cui ha effettuato l’accesso. Diventeranno ancora più adattabili man mano che diventeranno più intelligenti e autonomi. Una notifica push inviata al telefono di un cliente, ad esempio, può fornire loro un’offerta esclusiva o un collegamento al sito Web dell’attività quando passano da una sede fisica. Questo combina il marketing online con una posizione fisica.

Milioni di clienti apprezzano la personalizzazione, quindi la strategia unica del passato dovrà essere abbandonata. Gli sviluppatori saranno in grado di creare esperienze personalizzate grazie alla nuova tecnologia, mentre i modelli di cookies e le interfacce rigide saranno relegati al passato. Start-up come LiftIgniter stanno sviluppando un software che consente ai siti Web di adattarsi automaticamente, garantendo che nessun visitatore abbia la stessa esperienza. Questo cambierà tutto, dall’interfaccia utente al materiale stesso, dimostrando l’ampiezza di ciò che gli specialisti sperano di fare in questo campo.

Realtà aumentata

La visualizzazione a distanza dei prodotti è una necessità molto ambita dai clienti di oggi, in particolare con l’app Place di IKEA che cambia il paradigma. In effetti, il 61% dei clienti online sceglie già un sito Web che utilizza una qualche forma di realtà aumentata.

Gli utenti richiederanno sia hardware che software in futuro per supportare l’AR in tutte le sue manifestazioni. I designer dovranno sviluppare un ambiente interattivo che proietti elementi basati sulla posizione sovrapponendo l’estetica del mondo reale, dagli smartphone ai dispositivi indossabili. La scansione del volto nei social media e l’identificazione di oggetti, come Google Lens, avranno possibilità illimitate.

I siti web si adatteranno di conseguenza, adottando un approccio minimalista che consentirà loro di essere presentati senza interferire con la visualizzazione dell’utente. Tra il contenuto e il contrasto si otterrebbe un equilibrio perfetto.

Cosa non vedremo in futuro nel web design

Il cambiamento non riguarda solo l’aggiunta di cose nuove al mix di design, ma anche l’eliminazione dei componenti obsoleti nel design attuale. Nel mondo del web design, dove le tendenze possono crescere rapidamente e spegnersi altrettanto rapidamente, questo è particolarmente vero. Ma nel momento in cui le tendenze verranno introdotte, quali modelli che sono comuni al momento sarebbero stati messi al tappeto?

 

  • Prima di tutto, è ora di dire addio allo scorrimento parallasse, un effetto che è diventato così comune da passare in secondo piano in modo ironico e non coinvolgere i visitatori come una volta. Non è la sua supremazia il più grande peccato dello scorrimento parallasse, ma il fatto che ha un effetto dannoso sulla velocità di caricamento della pagina. Il futuro del web design coinvolge i siti che vogliono ridurre il grasso dai loro progetti e rendere i loro marchi e siti Web il più fluidi possibile poiché la navigazione sui telefoni cellulari diventa sempre più prevalente. La fine non può arrivare abbastanza velocemente per questa tendenza.

 

  • Il prossimo passo è la tipografia difficile, che negli ultimi anni è diventata una rovina del settore. Inserire quanti più font possibili è una pessima idea oggi, e sarà ancora un no nel 2023, semplicemente per ottenere una risposta dai visitatori. Su un dispositivo mobile, rende le pagine disordinate, incoerenti e difficili da usare. Per rompere con questa tendenza, mantieni le cose semplici, pulite e ordinate.

 

  • Infine, nei prossimi cinque anni, arriverà sicuramente la morte delle interfacce di web design inutilmente ingombranti. L’effetto della ricerca vocale sarà fondamentale quanto il successo dei dispositivi mobili per stimolare questo cambiamento. Il modo migliore per ridurre la frequenza di rimbalzo sarebbe essere in grado di fornire agli utenti i dati di cui hanno bisogno nel più breve tempo possibile. Nel frattempo, i siti che si attengono a formati eccessivamente complessi e pagine traboccanti di materiale, faranno la fine del dodo.

 

Si vedere una tendenza coerente nella storia del design. C’è una reazione quando un movimento viene reso popolare abbastanza a lungo un movimento che è l’esatto opposto del primo. Nel movimento artistico Dada e Costruttivismo, questo si vede. Presumo che vedremo i designer lasciare l’aspetto asimmetrico e aerodinamico che vediamo ora tra cinque anni e tornare a layout più intenzionali e organizzati.

Conclusioni

L’emergere delle suddette nuove tecnologie richiederà un drammatico ripensamento del modo in cui affrontiamo la progettazione e lo sviluppo di siti Web. Il messaggio principale è che è in marcia un nuovo esercito di vari modi per connettersi con i siti web. Il futuro sarà considerevolmente più diversificato, dall’intelligenza artificiale e dal parlato alla realtà virtuale e all’AR, e i metodi di progettazione web dovranno essere modificati per riflettere questo. Soprattutto, queste tecnologie aumenteranno piuttosto che sostituire le interfacce utente tradizionali. Queste novità tecnologiche daranno forma al futuro senza cancellare il vecchio, proprio come i touchscreen hanno ampliato gli orizzonti del web design.

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Strumenti cartacei per il marketing aziendale

Editorial | Mar 2022

Strumenti cartacei per il marketing aziendale

Guida ai 5 must have per pubblicizzare la propria azienda

Negli anni il ruolo del marketing aziendale ha iniziato a ricoprire un ruolo sempre più importante all’interno del processo di pubblicizzazione. Oggi, le aziende fanno sempre più affidamento a siti web progettati e realizzati ad hoc con grafiche e animazioni coinvolgenti, colori e stili indubbiamente accattivanti.

In questa era digitale, avere un sito web è diventato un bene indispensabile, ma non solo; i social network come Facebook e Instagram hanno dato la possibilità di inserire inserzioni per sponsorizzare i propri contenuti aziendali. In alcuni casi, o forse molti, le aziende hanno trovato un fonte sicura di introito, tanto da basare esclusivamente la propria strategia di marketing sulle pagine social. Quindi è corretto dire che una pagina social è diventata un biglietto da visita digitale, che cambia forma a seconda delle necessità: una brochure, un catalogo o un volantino. E in questo scenario idilliaco, probabilmente ci siamo dimenticati una strategia di marketing molto efficace: Hand to Hand.

Scopriamola insieme…

 

I cartacei aziendali

Fra le tante mansioni, un altro compito di un’agenzia web, oltre a strutturare un sito web e indicizzarlo, è quello di fornire grafiche coerenti con la brand identity di un’azienda per lo sviluppo dei cartacei, ossia le brochure, cataloghi, i dépliant e altri formati.

La strategia in questione si articola principalmente in 5 punti:

Brochure

Rappresenta un riassunto parzialmente dettagliato relativo: all’azienda, ad uno specifico prodotto o una linea di prodotti. Ha l’aspetto di un piccolo catalogo rilegato (brossura), contenente circa 10 pagine. I formati più utilizzati per le brochure sono: formato A4, A5, A6. La Brochure si può realizzare anche con forme particolari e con rilegature di design che differiscono dalla rilegatura tradizionale. La copertina di una brochure viene realizzata con materiali differenti come carta o plastica, nello specifico si utilizzano tipi di carta con una grammatura più alta; quindi, fogli più spessi e con rifiniture traslucide e opache per dare un effetto premium e anche un touch and feel molto piacevole, come nel caso del Soft-Touch.

Di solito non viene distribuita in locali pubblici, diversamente da dépliant e flyer, poiché i costi per la realizzazione grafica, fotografie, testi e stampa sono più alti. Pertanto, è utilizzata principalmente per fini commerciali e per illustrare l’azienda o il prodotto e lasciarlo al cliente alla fine del colloquio conoscitivo.

Non trattandosi di un vero e proprio catalogo di prodotti, ed essendo composto da poche pagine, la grafica è impostata in modo da trasmettere un messaggio emozionale che veicola i valori dell’azienda.

Dépliant

Il pieghevole, chiamato anche dépliant, è un piccolo foglio stampato e piegato che si distribuisce a scopo pubblicitario, promozionale, informativo etc. L’obiettivo del dépliant è di fatto molto simile a quello del volantino ma strutturalmente è un po’ più complesso e ricco di informazioni. Viene usato per promuovere e pubblicizzare eventi, attività commerciali in modo più esauriente rispetto al semplice volantino o flyer. Viene anch’esso distribuito su locali pubblici ma spesso viene anche usato dal reparto commerciale di un’azienda per presentare in modo più generico l’attività aziendale. Assume graficamente un forte carattere emozionale e non dovrebbe contenere informazioni troppo tecniche. E’ una sorta di estensione del biglietto da visita.

In fase di progettazione, può assumere pieghe completamente differenti e personalizzate.

Flyer o Volantino

Il volantino è un esempio lampante di pubblicazione cartacea. Generalmente è composto da due facciate, il materiale usato è carta di diversa grammatura e grana, anche se di solito si opta per un foglio piuttosto sottile, leggero e con un formato tascabile (A5). Inoltre, il volantino viene rifinito da un aspetto opaco o lucido. Viene usato per la promozione di eventi, promozioni di attività commerciali o promozioni di varia natura al fine di informare in maniera veloce ed efficacie il possibile fruitore. Un altro aspetto distintivo è la distribuzione, di fatto i volantini vengono distribuiti in luoghi pubblici di grande afflusso o in una zona del possibile target di destinazione.

A livello grafico, il volantino deve essere impostato in modo chiaro e incisivo, al fine di persuadere il lettore senza che si perda in dettagli superflui. È fondamentale che contenga una “Call To Action”, ossia, un’area del foglio che spicchi sull’intera superficie, in modo da attirare l’attenzione del lettore. Un esempio tipo è la scritta. “chiamaci per un preventivo”.

Catalogo

Il catalogo rappresenta il massimo in termini di quantità di informazioni che un’azienda può offrire al proprio cliente. Generalmente è suddiviso in una prima parte di presentazione dell’azienda e da una seconda costituita dai prodotti/servizi che la stessa fornisce. Spesso i prodotti sono corredati da una scheda tecnica specifica e talvolta anche dal prezzo. Il catalogo generalmente è molto tecnico e per questo non è destinato al grande pubblico. Viene usato dai commerciali, dai rivenditori e in generale da una clientela che ha bisogno di effettuare ordini sulla base di informazioni e specifiche tecniche ben definite.

Biglietto da visita

Il biglietto da visita è lo strumento cartaceo più semplice della gamma. Infatti, l’obiettivo è quello di fornire semplicemente una serie di contatti (telefono, e-mail etc…) e date le sue piccole dimensioni è facilmente trasportabile. Il biglietto rappresenta una vera e propria messa in contatto con una persona o un’azienda.

In genere i biglietti da visita, sono piccoli cartoncini che riprendono il logo dell’azienda, hanno una forma rettangolare, ma è anche possibile uscire dagli schemi e non porre limite alla fantasia per creare biglietti da visita con forme bizzarre e colori a contrasto.

Conclusioni

In conclusione, è importante sottolineare che non è assolutamente richiesta la presenza di tutti i cartacei, di fatto la necessità dei singoli allegati varia da azienda ad azienda, quindi dalla tipologia di prodotti. In secondo luogo, tutti i cartacei devono riprendere i colori che rappresentano l’azienda, l’impostazione grafica e il logo per rendere riconoscibile un certo brand o azienda. Tuttavia, l’accostamento analogico digitale deve far riflettere su quali scelte e strategie una determinata azienda vuole basarsi e soprattutto deve tenere sempre in considerazione il target di riferimento per poter attuare una strategia pubblicitaria efficiente ed efficace.

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Il web design incontra l’arte del raccontare: Storytelling

Editorial | Dic 2021

Il web design incontra l’arte del raccontare: Storytelling

Negli ultimi anni, raccontarsi e raccontare storie è diventato sempre più un modo per accorciare le distanze, in termini emotivi, tra le persone alle persone. Sia da un punto di vista personale che lavorativo. Di fatto, raccontare storie in cui si narrano piccoli stralci della vita quotidiana o raccontare il proprio lavoro nei suoi aspetti sinusoidali e anche raccontare i prodotti di una certa azienda; tutto questo è diventato un’arte: l’arte dello Storytelling. Pertanto, c’è qualcosa di molto più romantico, forte, intenso e profondo nel comunicare narrando.

Che cos’è lo Storytelling?

L’arte dello Storytelling risale a tempi decisamente lontani da noi e consisteva nella narrazione orale e, nelle migliori situazioni, in forma scritta di storie in modo da tramandarle nelle generazioni successive. Facendo un salto temporale fino ad oggi, certamente la tecnologia ci permette di espandere i confini per coinvolgere, in ambito comunicativo, gli utenti in modo deciso ed empatico.

 
Un altro aspetto da affrontare è la natura delle storie: possono essere aderenti alla realtà o frutto dell’immaginazione, ma lo scopo è dare un senso logico a degli eventi e creare una trama che possa coinvolgere chi legge o ascolta la storia. Un altro vantaggio dello storytelling è che per le persone memorizzare una storia è molto più semplice che memorizzare una formula matematica, questo fattore lo rende un mezzo comunicativo e pubblicitario molto più efficace di altre soluzioni.

Storytelling Aziendale

Lo Storytelling è un processo che fa largo uso della emotività, che fa leva sulle emozioni viscerali come felicità, paura, meraviglia e stupore. Il suo obiettivo non è, per esempio in ambito aziendale, quello di convincere che il un determinato prodotto è il migliore, ma quello di trasmettere al lettore, o spettatore, un sentimento irrazionale, di pancia che lo porti ad immedesimarsi nel personaggio della “storia” e che gli faccia nascere il bisogno di vivere in prima persona le stesse emozioni. Lo Storytelling è quindi un prezioso alleato per le aziende, è il filo di Arianna tra gli utenti e le aziende.

Lo “Storytelling aziendale” è quindi una tecnica di comunicazione che consiste nel raccontare una storia per attirare l’attenzione del pubblico, veicolando un messaggio e stimolando uno specifico desiderio nei lettori o spettatori, persuadendoli a compiere una specifica azione.

I settori in cui viene utilizzato sono molteplici, ad esempio:

  • I politici utilizzano lo storytelling per invogliare gli elettori a votarli.
  • In ambito commerciale viene largamente utilizzato per invogliare i clienti ad acquistare un prodotto, un esempio sono gli spot pubblicitari dove in pochi secondi viene raccontata una storia per farci capire la validità o la necessità di un prodotto.
  • Le aziende lo utilizzano per far conoscere e rafforzare il proprio brand sia nel mondo digitale che televisivo e radiofonico.
  • Nei social media le agenzie di comunicazione creano brevi video con storie coinvolgenti per scopi pubblicitari.

Creare una storia efficacie

Il primo aspetto da considerare per creare uno storytelling convincente è l’impiego della prima persona, in questo modo è più probabile che il lettore o l’ascoltatore venga coinvolto nella storia, portando il rapporto tra narratore e utente ad uno stadio confidenziale.

Il secondo aspetto riguarda l’originalità della storia e il suo grado di interesse. Indipendentemente dal medium che andremo ad utilizzare, l’obiettivo comunicativo è intrattenere gli utenti con originalità e creatività, altrimenti perderanno interesse e non ci seguiranno più. Dobbiamo cercare di trasmettere il maggior numero di emozioni e concetti possibili con il minor numero di parole, senza questa regola diventeremo prolissi e di conseguenza poco interessanti.

Un terzo aspetto riguarda le storie raccontate attraverso i video, ponendo, così, l’attenzione sullo speaker. In particolare, ci riferiamo al timbro di voce, le inflessioni dialettali, utilizzare la giusta colonna sonora per raggiungere l’obiettivo: far suscitare le emozioni giuste al momento giusto

Storytelling e le regole del web

Nel momento in cui raccontiamo una storia sul web, è necessario adattarsi alle regole del mondo digitale (non sono regole scritte e obbligatorie) per ottenere i risultati ambiti. Così come per tutte le forme di pubblicità, vale il principio della sintesi, ossia, di trametter un messaggio nel tempo più breve possibile, in modo da attirare l’attenzione dell’utente nei primissimi minuti se si tratta di un video, nelle prime righe se si tratta di un testo scritto.

Prima di scrivere un contenuto è fondamentale studiare il pubblico di riferimento per poter destinare la nostra storia; quindi, per poter intercettare i suoi bisogni e i suoi desideri con una narrazione che lo colpisca fin da subito, evitando che cambi pagina e si diriga altrove.

I motivi principali per utilizzare lo storytelling all’interno dei siti web sono:

  • Aumentare le visite
  • Aumentare le vendite
  • Far conoscere e rafforzare il brand
  • Crescere di popolarità sui social media

Anche se la storia che raccontiamo è interamente inventate dobbiamo fare in modo che sia credibile, chi la legge deve poter credere che ci sia successa veramente.

Web design + Storytelling

Anche nel processo di design dei siti web è possibile o meglio dire inevitabile fare un largo uso di storytelling impiegando alcuni strumenti:

  • Immagini Le persone, in generale, preferiscono le immagini ai testi perché sono molto più semplici da elaborare e da memorizzare, se utilizzate creando un filo logico in modo da costruire un storia coerente.

  • Illustrazioni Stesso discorso delle immagini ma anche meglio perché le illustrazioni non devono necessariamente rappresentare la realtà in modo complesso, spesso si usano le illustrazioni proprio per semplificare e soprattutto data la loro flessibilità è possibile combinare più elementi di una storia in uno solo.

  • Sfondi Lo sfondo è un altro importante tassello per la nostra narrazione in quanto sfruttando immagini di grandi dimensioni si possono aggiungere dettagli e funzionalità alla narrazione.

  • Parole In questo caso le parole fanno riferimento, non alle parti testuali di un sito web, ma a tutti gli elementi grafici e testuali che vengono inseriti, per esempio: il menu di navigazione, il testo di un bottone, un claim inserito sopra a un’immagine e tutti gli elementi che comprendono una parola o un breve testo.

  • Parallax In italiano ‘parallasse’ è quella tecnologia che muovendosi dall’alto verso il basso (scroll-down) e viceversa (scroll-up) prevede la comparsa di diversi effetti che spaziano dal fade in (da trasparente a piena) fino ad animazioni più complesse. Utilizzare le animazioni per raccontare una storia risulta molto coinvolgente percè è l’utente a far avanzare la storia o ripercorrerla a ritroso.

  • Video Infine, l’elemento preferito dagli utenti: i video. Essendo molto versatili possiamo utilizzarli su ogni piattaforma, dal sito web alle pagine social. Detto questo, è fondamentale ricordare che prima di strutturare un sito web bisogna comprendere qual è il nostro obiettivo e in che modo lo vogliamo raggiungere. Quindi quali elementi grafici, foto, che tipo di font, le animazioni ecc.

Conclusioni

In conclusione, possiamo affermare che l’arte dello storytelling trova legame con il marketing, ma è doveroso sottolineare che dietro a questi contenuti c’è professionalità e profonda conoscenza degli ambiti della comunicazione.

Lo Storytelling richiede principalmente grande creatività, ricerca minuziosa del target, attenzione ai dettagli e realizzazione di contenuti con un alto grado di salienza in modo da catturare l’attenzione del cliente per non lasciarlo andare mai più. Lo Storytelling renderà il vostro brand, la vostra mission unici, avrete un valore aggiunto che permetterà agli utenti di ricordare ciò che gli avete proposto. Il processo di storytelling segue diversi obiettivi: commerciali per la promozione di un prodotto, per fornire sostegno psico-emotivo alle persone che si trovano in difficoltà, istituzionale, elettorale e di branding. 

Lo scopo finale è comunque sempre il medesimo, suscitare emozioni per persuadere chi legge o ascolta la storia a fare qualcosa.

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L’importanza del colore nel web design

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Editorial | Nov 2021

L’importanza del colore nel web design

Fin dalla nascita l’essere umano è in grado di vedere il mondo a colori, ma nel mondo digitale non è sempre stato così. Come sappiamo, a partire dall’introduzione della televisione, i colori erano ridotti al bianco e al nero. Solo verso la fine degli Anni ’70 il mondo assiste alla transizione dal bianco/nero ai colori. Perché, oggi, i colori sono così importanti per il settore digitale e più in particolare nel web design?

Partiamo dai concetti scientifici

La percezione visiva è l’elaborazione di un’informazione, attraverso fasi successive, che giunge a noi attraverso l’intermediazione della luce. L’immagine viene codificata, quindi interpretata sulla base di fenomeni luminosi regolari che penetrano nei nostri occhi.

Tutto ciò dipende da tre fattori: l’Intensità, che dipende dalla quantità di luce emessa o riflessa da un oggetto. Lunghezza d’onda, ossia, lo spettro cromatico (volgarmente arcobaleno) che le specie animali possono vedere. Infine, la Distribuzione dello spazio.

La psicologia del colore

La psicologia del colore prende forma sulla base dello studio “Impact of color on marketing” dell’Università canadese di Winnipeg che ha dimostrato come un consumatore impieghi circa 90 secondi a formulare un opinione su un determinato prodotto. Di fatto il colore occupa circa il 60%-90% nella costruzione del giudizio. Il risultato dello studio dimostra come un’accurata scelta della palette di colori sia in grado di influenzare la sfera sentimentale e gli stati d’animo al fine di assumere un determinato atteggiamento nei confronti dei prodotti.

Inoltre, esistono innumerevoli teorie e ricerche sul processo psicologico del cervello esposto a diversi colori. Tutto ciò è un potente strumento nel processo di design dei siti web o della pubblicità online, in quanto la ricerca del dettaglio può ottenere migliori risultati in termini di Engagement e User Experience.

La psicologia del colore ha il compito di esaminare gli effetti dei colori sulle persone. Nell’ambito del design per la comunicazione digitale, la scelta delle palette può essere utilizzata per influenzare le scelte degli utenti o potenziali clienti, quindi indurre all’acquisto. L’impiego di un colore, piuttosto che un altro, può avere un feedback positivo o negativo, a seconda della tipologia degli utenti finali.

La ruota dei colori

Gli schemi visivi sono di solito basati sul sistema additivo, ossia RGB (rosso, verde, blu). La combinazione di tutti i colori genera il bianco, mentre l’assenza dei colori è rappresentata dal nero. In genere, la regola prevede che tutto ciò che riflette luce è basato sul sistema additivo.

TONALITÀ: croma, tinte e sfumature

Le tonalità descrivono quelli che sono i colori primari e secondari

  • Tinte – aggiunta di bianco al colore
  • Sfumature – mescolanza di nero
  • Croma – categoria che comprende le precedenti, in quando rappresenta la saturazione.

Le armonie cromatiche – Complementarietà

Il fenomeno della complementarietà si manifesta con l’accostamento di colori direttamente opposti. Alla vista appaiono definiti e creano una combinazione di colori contrastante, ma armoniosa. Risultano al quanto dinamici e catturano maggiormente l’attenzione. Oltre alla complementarietà esistono diverse tecniche di accostamento armonioso, come il triangolo e il quadrato cromatico.

Il significato dei colori

Rosa: romanticismo (pubblico femminile)
Rosso: passione e travolgente (settore alimentare)
Arancione: amichevole e invitante (alimenti e gadget)
Giallo: energia e creatività (abbigliamento e giocattoli)
Verde: calma e ottimismo (prodotti naturali)
Blu: instaura fiducia e rilassa (affidabilità)
Nero: raffinatezza e potere (lusso, senza tempo)
Viola: eleganza, raffinatezza (prodotti di nicchia o di lusso)

Dalla teoria alla pratica

Come scegliere i colori giusti?

In un sito web i colori incidono su un molti aspetti, determinano la leggibilità di una pagina web, possono indurre all’acquisto e rendere un brand facilmente riconoscibile.
Sono 4 i colori principali da considerare durante la progettazione di un sito Web

  1. Un colore dominante che rappresenti il brand;
  2.  1 o 2 colori contrastanti per creare una combinazioni accattivanti;
  3. Un colore di sfondo.
  4. Un colore per i testi (bianco, nero o grigio).

Il colore dominate

Il colore dominate rappresenta il colore del marchio di una certa azienda. Inoltre, la scelta del colore viene fatta sulla base di quale colore vorresti che i tuoi clienti ricordassero. In questo modo la scelta di una specifica tinta provvederà a far suscitare emozioni e sensazioni agli utenti. Ad esempio, sia gli uomini che le donne amano il blu e il verde. Entrambi i sessi non amano invece, l’arancione e il marrone. Quindi, se vuoi fare una scelta inclusiva uomo-donna, la ricerca afferma che sarebbe più vantaggioso considerare l’utilizzo di blu o verde come colore dominante. Se il tuo obiettivo è quello di attirare persone attive ed ottimiste, prova colori forti come il giallo o l’arancione. Se vuoi dare un tocco di eleganza ed importanza, i colori scuri sono la scelta più giusta.

I contrasti

Nella scelta dei colori ausiliari al colore dominante, è importante trovare un punto di partenza. Dopo aver scelto il colore dominate, è bene trovare il suo diretto opposto e altre tinte che risultino armoniose. In aiuto puoi sempre fare riferimento alla ruota dei colori. In aggiunta, un altro aspetto fondamentale è non abusare con i contrasti, ma soltanto inserirli dove vuoi che il cliente presti maggiore attenzione.

Lo sfondo

Come ultima analisi: la scelta del colore di sfondo si basa su quello che è il tuo stile. Il colore di sfondo deve donare carattere, senza essere fastidioso alla vista.
Anche in questo caso, la scelta del colore di sfondo è legato al proprio obiettivo strategico. Generalmente si utilizza uno sfondo con colore neutro, quindi una tinta chiara, slavata o il bianco. Il suo scopo è infatti quello di rendere più leggibile il contenuto e focalizzare l’attenzione dell’utente sulle idee e sui prodotti. Tuttavia, ci sono casi in cui lo sfondo può assumere un carattere più deciso, come siti aziendali, che hanno come scopo principale quello di creare un marchio forte e riconoscibile e possono osare con un colore di sfondo più accattivante ed energico, stando sempre attenti a non generare confusione.

Conclusioni

In conclusione, è importante sottolineare che le scelte di ogni individuo sono arbitrarie e quindi anche le scelte bizzarre possono risultare vincenti e giungere all’obiettivo finale!

Link utili

Un sito molto utile per sperimentare la giusta palette di colori: https://coolors.co/

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Lead Generation | Strategie di marketing per trasformare un utente freddo nel tuo più grande fan

Editorial | Ott 2021

Lead Generation

Strategie di marketing per trasformare un utente freddo nel tuo più grande fan.

Cos’è il processo di lead generation?

Il processo di Lead Generation è composto da una serie di azioni di marketing volte ad ottenere profilazioni, quindi contatti qualificati e profilati, che vengono chiamati LEAD.

Come detto, è una strategia generale di marketing che mira a raccogliere informazioni relative a quei contatti che manifestano un certo interesse verso l’azienda e i prodotti affiliati. In sostanza, la generazione di un lead è il primo step per trasformare l’interesse di un possibile cliente in un sentimento di affezionamento.

Questo processo di acquisizione dei dati viene un po’ mitizzato nel senso che, a livello generale, si pensa che consista soltanto nell’attività di raccolta di indirizzi e-mail da inserire in un processo automatizzato di E-mail Marketing. Tuttavia, per quanto possa essere efficacie la strategia dell’E-mail Marketing, non esaurisce in toto l’obiettivo del processo di Lead Generation e può essere utilizzata solo in determinati contesti o, ancora, può rivelarsi dispersiva.

Affinché l’attività di Lead Generation risulti efficace, è necessario promuovere il proprio business sfruttando i canali migliori e adeguati. Nel caso fosse necessario, è bene affidarsi ad agenzie specializzate. Inoltre, deve essere coadiuvata da tutta una serie di strumenti, anche complessi e di non facile utilizzo Essa è comunque una tecnica alla portata di qualsiasi tipo di azienda, qualunque sia il suo business.

Riuscire ad ottenere contatti e convertirli in potenziali clienti è un’opportunità che riesce a dare ad un’azienda la possibilità di attirare a sé, profili di utenti realmente interessati al proprio business.

La temperatura dei lead

Nel marketing gli utenti che dimostrano interesse si distinguono per la loro temperatura: lead freddi e caldi. C’è anche da precisare che in base alla tipologia di lead, per una lead-generation efficace, bisogna effettuare scelte adeguate in termini di:

  • Strategia
  • Fonti di traffico
  • Modalità di comunicazione.

Lead FREDDI

I lead freddi rappresentano a tutti gli effetti lo stadio primordiale di coloro che sono ancora molto lontani dal diventare un cliente di un determinato prodotto o servizio.

La strategia classica di acquisizione di un freddo coinvolge:

  • Un Lead Magnet (magnete), ossia, la merce di scambio tra il contatto dell’utente che può essere rappresentato da un contenuto informativo ma non solo, a seconda dell’intento dell’utente;
  • Una pagina di destinazione squeeze page o un optin, talvolta raggiungibile attraverso un Pop Up;
  • Un sistema automatizzato o chatBot (e-mail marketing, o l’implementazione di un BOT di Messenger) che, dopo aver compilato il modulo di contatto, invia una serie di mail secondo determinati archi temporali o relativi all’azione dell’utente, ovvero, il lead riceve una mail prefissata ogni tot giorni o solo se clicca / non clicca sul link, apre / non apre la mail…e così via.
  • Per quanto riguarda della modalità di comunicazione l’acquisizione di un lead freddo è spesso basata sulla curiosità, sul catturare l’attenzione.

In questa fase l’utente non è alla ricerca di una soluzione o comunque non la cerca in modo consapevole, ma possiede una serie di caratteristiche che fanno sì rientri nell’area di interesse di un’azienda e, quindi, che potrebbe avere bisogno di noi (Buyer Persona).

Pertanto, rientra nella domanda latente: le fonti di traffico preferibili per l’acquisizione di lead freddi sono, infatti, quelle che rientrano nel contesto della domanda latente e quindi spazio a Facebook Advertising, la Rete Display di Google Ads soprattutto su SEO con query di tipo informativo, e altri strumenti di advertising sui social come LinkedIn ADS.

Lead CALDI

In ultimo stadio, un lead caldo si può considerare come un contatto più vicino al diventare cliente del tuo prodotto o servizio.

Vantaggi di un lead caldo:

  • Acquisizione diretta avviene in corrispondenza di query di tipo transazionale (legate a un più o meno esplicito intento di acquisto, come prezzo, preventivo, pronto intervento…) o in mercati d’urgenza, oppure diventare tale dopo una fase di lead nurturing. Un approccio generalista della lead generation in situazioni d’urgenza risulterebbe molto dispersivo.
  • Quando una persona digita sul motore di ricerca “pronto intervento” si aspetta  un risultato immediato e non che i nostri dati vengano processati in un workflow per poi ricevere una mail. Quindi modalità di contatto rapido (annunci di sola chiamata o messaggio di Google ADS)
  • Comunicazione basata sulla coerenza tra intento e ricerca, visto che l’utente ha un bisogno specifico e chiaro.

Dal punto di vista delle fonti di traffico i lead caldi rientrano nella domanda consapevole: le fonti di traffico preferibili per l’acquisizione di lead freddi sono, infatti, quelle che rientrano nel contesto della domanda consapevole. Saranno Google ADS Rete di Ricerca, la SEO su query questa volta transazionali, il re-targeting con Google ADS e Facebook Advertising.

Conclusioni

Quando dobbiamo strutturare una strategia nel web marketing, in generale bisogna comprendere la natura dei dati che vogliamo raccogliere e su quale tipologia di utente basare il nostro business: caldi o freddi.

Sicuramente la raccolta di lead freddi sarà più semplice, userai un contenuto attraente come merce di scambio e successivamente strutturerai un sistema automatizzato di e-mail marketing. Tuttavia, nell’acquisizione dei lead freddi devi sempre tenere a mente che l’utente a cui fai riferimento non è alla ricerca del tuo prodotto in modo attivo. Quindi è decisamente lontano dall’essere un tuo cliente.

Infine, nella casistica opposta, nel settore dei lead caldi, esiste un’alta possibilità di trovare una maggiore concorrenza con altre aziende che producono prodotti simili o uguali al tuo. È importante evidenziare, però, che gli utenti che si stanno acquisendo sono alla ricerca di quel tipo di prodotto o servizio, ciò significa che hanno le idee molto chiare sulla natura del prodotto e delle loro aspettative.

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Comic Sans | La più amata font odiata da tutti

https://www.youtube.com/watch?v=5l4sCaw71NE

Editorial | Sett 2021

Comic Sans

Il font più amato e odiato da tutti

Ci sono alcune cose nella vita di tutti i giorni che spesso riteniamo così ordinarie tanto da essere praticamente invisibili, eppure senza di queste la nostra vita sarebbe molto difficile se non impossibile, una tra queste sono i font.

Siamo letteralmente circondati dai font, qualsiasi parola stampata è scritta con un font, e da quando la stampa a caratteri mobili di Gutenberg iniziò a diffondersi in Europa ad oggi, di font se ne sono disegnate un bel pò, ma all’occhio inesperto, sono per lo più tutte lettere ordinarie che formano parole della quale ignoriamo il nome del font con cui sono state scritte, ma c’è un’eccezione e si chiama Comic Sans.

Le origini

Tutto ha inizio nel 1994, Vincent Connare è seduto alla sua scrivania e riflette su come risolvere un problema in cui i suoi datori erano incappati senza pensarci. Aveva 34 anni ed era stato assunto dalla Microsoft Corporation come “creatore tipografico”, poco dopo che questa diventasse un colosso digitale.

Quel giorno aveva tra le mani una copia di prova di Microsoft Bob, un pacchetto software che aveva l’obiettivo di avere un’interfaccia user-friendly per rendere semplice l’esperienza di navigazione per i novizi del computer.

L’interfaccia infatti era progettata come l’interno di una casa dove ogni stanza conteneva decorazioni e mobili che rappresentavano le applicazioni – per esempio, cliccando sull’orologio era possibile aprire il calendario, mentre cliccare su un foglio bianco veniva aperto il software di videoscrittura. Il programma inoltre aveva una mascotte di nome Rover, un cane che aveva il compito di assistere l’utente con il programma.

Screenshot di Microsoft Bob

Alla vista del software Vincent capii che Bob aveva un problema: il font, a sua detta, Rover, il cane che faceva da mascotte aiutante nel software, non poteva parlare in Times New Roman.

Secondo Vincent infatti il font utilizzata per le istruzioni di Bob era antiquata, impersonale e in netto contrasto con il linguaggio e le immagini accessibili realizzate per aiutare l’utente. Fu così che iniziò a lavorare ad un sostituto dell’allora onnipresente Times New Roman.

Prima che Vincent legittimasse i tipi di font handmade con il suo Comic Sans questi erano già presenti dove aveva più senso immaginare la loro presenza: i fumetti. Si dà il caso infatti che Vincent si sia ispirato proprio ai font dei suoi fumetti preferiti (Batman: il ritorno del cavaliere oscuro  e Watchmen) che in quel momento erano sulla sua scrivania mentre lavorava al suo Comic Sans.

Dopo aver lavorato alle maiuscole e alle minuscole, controllato gli spazi bianchi, l’interlinea, il kerning, quanto inchiostro consumassero sulla pagina e quanti pixel sullo schermo, inviò il risultato al team di Microsoft Bob… che gli diedero una brutta notizia.

L’interfaccia del software era stata impostata con le misure del Times New Roman e il Comic Sans era leggermente più grande, quindi non riusciva a stare nelle nuvolette per Rover, i bottoni e le diciture varie, in poche parole il Comic Sans non poteva prendere il suo posto. Fu così che si commercializzò il software con la sua font iniziale… e fu un flop. 

 

Tuttavia, anche se il Comic Sans non fu utilizzato per Microsoft Bob, era comunque un font valida, così poco tempo dopo fu utilizzato per Microsoft 3D Movie Maker (un software per creare film animati amatoriali) e fu un successo.

Non ci è dato sapere quanto siano state rilevanti le font utilizzate per il successo dei due software, forse è stato solo un caso o forse no, tuttavia se guardiamo al futuro del Comic Sans da lì a poco, qualcosa si potrebbe supporre: che agli utenti non dispiaceva affatto (o almeno all’inizio di tutto).  

Con l’arrivo di Windows 95 infatti il Comic Sans fu inserito come font supplementare del sistema operativo, iniziando di fatto la sua vera storia, gli utenti ora non solo potevano vederlo, ma potevano anche usarlo

L’ascesa e il “declino”

E la gente lo usò, eccome se lo usò… 

Era dappertutto, anche dove non sarebbe dovuto essere, all’inizio forse era divertente sui bigliettini di auguri, sulle ricerche scolastiche delle elementari, o sugli inviti alle feste di compleanni, e quando si chiese a Vincent come mai la sua font era così apprezzata rispose “Perché a volte è meglio del Times New Roman, tutto qui”. 

Poi però le cose andarono peggio, molto peggio… come una bella battuta che all’inizio fa ridere tutti, dopo averla sentita e ripetuta un bel pò di volte, non fa più ridere, anzi, ti fa anche pentire di aver riso la prima volta, e lo stesso fu per il Comic Sans.

Iniziò a comparire su lapidi, ambulanze, siti per adulti, negli spot dell’adidas sulle maglie della nazionale di basket portoghese, ecc…

Fonte | Internet

Nei primi anni 2000 la gente ormai ne aveva abbastanza, la battuta che prima aveva fatto ridere ora non divertiva più, e chiunque su internet si accaniva sul Comic Sans. Ci fu una coppia, Holly e David Combs, che aprirono una campagna che aveva come scopo quello di bannare il Comic Sans, con tanto di merchandising e manifesto che recitava:

“Sappiamo che la scelta della font è una questione di preferenza personale e che molti potrebbero non essere d’accordo con noi. Crediamo nella sacralità della tipografia e riteniamo che le tradizioni e gli standard di questa arte vadano sostenuti in ogni momento[...] Le qualità e le caratteristiche delle font comunicano ai lettori un significato al di là della semplice sintassi.”

Il loro sito web iniziò a diventare popolare in tutto il mondo, tanto che il Wall Street Journal e Design Week pubblicarono un articolo in prima pagina sul Comic Sans.

Per quanto creare una campagna con un enorme movimento mediatico intorno ad un font usato male possa sembrare leggermente eccessivo, i coniugi Combs, non credono veramente che il Comic Sans sia la cosa peggiore del mondo, (anche se su alcuni aspetti possano avere più che ragione) anzi ringraziarono Vincent per essere stato allo “scherzo”, il nostro caro Vincent infatti, alla presenza di tutto questo clamore, si dimostrò più che diplomatico, difendendo la sua font ma riconoscendone anche le sue limitazioni. Secondo Vincent il motivo per cui molti scelgono di usare la sua font è “perché non sembra un font“ perché a differenza di un Bodoni, un Georgia, un Helvetica o un Baskerville, il Comic Sans è il più umano di tutti, inoltre aggiunge che “ Se si ama il Comic sans, non si sa granché di tipografia. Se lo si odia, non si sa ugualmente granché di tipografia e bisognerebbe cambiare hobby”.

Oggi

Oggi la società a un rapporto differente con il Comic Sans, non si trova più in giro come prima (per fortuna) ma quando succede, ci si mette a ridere (o a piangere) perché oggi con la sua storia il Comic Sans non è solo una font ma uno status, quando si vede questa font fuori posto, è perché, a seconda dei casi, lo si usa per ironia oppure come per i vecchi tempi, per qualcosa di amatoriale.

Il fenomeno sociale dietro questa font ha pochi precedenti nel suo settore, di fatto è la classica cosa che si ama odiare, come i politici o Justin Bieber nel 2009, e i numerosi meme a suo conto lo confermano, facendola diventare parte della cultura pop, basta scrivere Comic Sans su Google infatti per trovare una marea di articoli, meme, documentari, chi intitola film o canzoni con il nome di questo font, qualcuno che su reddit ha iniziato una sfida dove rifare le copertine dei film usando solo clipart e il Comic Sans, c’è addirittura chi ha realizzato una canzone parlando dell’odio ingiusto nei confronti del Comic Sans, con tanto di parte rap e un successivo remix dubstep (il Futura sarà anche andato sulla luna ma non ha questo privilegio).

Fonte | Internet

La verità è che per quanto se ne dica, il Comic Sans è una font come tante altre con i suoi pregi e difetti, ad esempio, le sue lettere sono poco precise e con tratti diversi, ma tuttavia grazie a ciò è consigliato per la lettura di testi per i bambini dislessici, che riescono a decifrare meglio le lettere che non si ripetono e sono più “amichevoli” di altre font tradizionali.

Per concludere, mi trovo d’accordo con le parole del padre del comic sans quando dice che, sia che si ami o che si odi, in entrambi i casi non se ne sa poi così tanto sulla grafica e la tipografia, perché non è il font il problema, ma come si usa, come tante strumenti può essere usato bene o male, un coltello può tagliare il pane o ferire qualcuno, e non avrebbe senso creare un movimento per bannare i coltelli nelle cucine di tutto il mondo. La cosa più semplice è utilizzarlo con moderazione è imparare dagli errori degli altri, per creare qualcosa di bello (anche con il Comic Sans).

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Editorial

Giu 2021

Negli ultimi anni, gli aggiornamenti di algoritmo su Facebook e Instagram hanno contribuito al calo delle reach organiche cambiando di fatto il modo di fare pubblicità sui social.

Fattore umano e marketing digitale | L’importanza della community nella costruzione di un brand

person using macbook pro on black table

Editorial | Lug 2021

Fattore umano e marketing digitale

L’importanza della community nella costruzione di un brand

by Mattia Broglia

Nell’approcciarsi al mondo dei social è facile pensare che questi siano dominati da logiche strettamente di tipo numerico: likes, followers, visualizzazioni, tutto sembra farci pensare che per rendere appetibile il nostro brand e farlo crescere, sia necessario aumentare il più possibile il numero dei nostri seguaci in maniera indistinta, a tal punto da cercare scorciatoie e sotterfugi per raggiungere questo obiettivo.

Ma è davvero importante tutto ciò? Scopriamolo insieme.

Engagement: la vera valuta digitale

Raggiungere un elevato numero di utenti sulle piattaforme è sicuramente un obiettivo a cui ogni impresa deve puntare all’interno di un piano di promozione dei propri beni o servizi, ma non è tutto.

Ponendo lo sguardo all’evoluzione degli algoritmi che determinano la visibilità su instagram, e i recenti aggiornamenti, come l’occultamento del numero dei mi piace sui contenuti, è facile notare come il focus si stia sempre più spostando sull’engagement: ciò che ora più che mai determina la buona riuscita di un piano di comunicazione sui social è quanto riusciamo a fare interagire gli utenti con il nostro brand: in poche parole, quanto è forte la nostra community.

Le community sono gruppi di utenti attivi online, ma anche offline, che possono generarsi spontaneamente grazie alla condivisione di interessi comuni, oppure possono essere incentivate dagli stessi brand tramite la costruzione di spazi appositi.

Spesso si tratta di consumatori legati al brand, altamente fidelizzati, che possono trasformarsi in veri e propri influencers, generando passaparola all’interno della loro cerchia sociale; non stiamo parlando necessariamente di personalità notorie sul web, ma anche normali consumatori a cui viene attribuito un certo grado di fiducia da parte di amici e parenti.

È molto importante individuare questi utenti particolarmente attivi, assicurarsi che la loro opinione rispetto a noi rimanga positiva, e possibilmente premiarli.

Un esempio: recentemente, Microsoft ha donato ad uno degli utenti Xbox più fedeli ed attivi un abbonamento a vita al suo servizio GamePass. È scontato dire che stiamo parlando di un colosso, ma si tratta di dinamiche utili ad imprese di qualsiasi dimensione.

Un altro beneficio che possiamo trarre dalla cura della community è sicuramente il feedback che riceviamo da essa: le conversazioni tra utenti sono di fondamentale importanza per comprendere l’umore del target rispetto ai prodotti o servizi che offriamo, ed i contenuti che pubblichiamo.

Ecco alcune pratiche utili per favorire la crescita della nostra community: 

  • partecipare alle conversazioni in rete che riguardano il nostro Brand. 
  • rispondere il più possibile ai commenti. 
  • garantire un impeccabile customer service. 
  • condividere ed incentivare lo user generated content. 

Bad habits sui social

Vediamo ora perché l’acquisto di followers è una pratica altamente sconsigliata:

Come abbiamo già accennato, Instagram premia l’engagement, proponendo contenuti con cui gli utenti interagiscono volentieri. Questo vale anche per le stories: verranno messe in evidenza sui feed degli utenti nel momento in cui questi inizieranno a visualizzarle frequentemente.

Detto ciò, acquistare seguaci non farà altro che riempire la nostra pagina di profili “vuoti”, che non interagiranno con i nostri contenuti in nessun modo.

Inoltre, l’acquisto di followers è una pratica facilmente smascherabile da qualsiasi utente che abbia un minimo di dimestichezza con la piattaforma: l’engagement rate risulterebbe molto basso, con tanti seguaci ma pochi commenti ed interazioni; se la nostra impresa opera in un determinato mercato, come quello italiano, basterebbe dare un’occhiata a qualche profilo tra quelli che ci seguono per vedere utenti completamente fuori dal nostro target, e quindi facilmente riconoscibili come falsi. La reputazione della nostra azienda è molto più importante di un numero, e queste pratiche possono danneggiare la fiducia che i clienti hanno verso di noi.

Quality over quantity

In conclusione, possiamo riassumere quanto detto con questa frase: quality over quantity; è fondamentale ricordarsi che dietro ai numeri, ai dati, alle statistiche, ci sono persone, ed interagire con queste in modo corretto può essere la chiave per costruire una community di clienti soddisfatti ed affezionati.

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Editorial

Giu 2021

Negli ultimi anni, gli aggiornamenti di algoritmo su Facebook e Instagram hanno contribuito al calo delle reach organiche cambiando di fatto il modo di fare pubblicità sui social.

Perchè pubblicare sui social senza sponsorizzare non funziona più?

Facebook wall decor

Editorial | Giu 2021

Perché pubblicare sui social senza sponsorizzare non funziona più?

Negli ultimi anni, gli aggiornamenti di algoritmo su Facebook e Instagram hanno contribuito al calo delle reach organiche cambiando di fatto il modo di fare pubblicità sui social.

Ma prima di iniziare a capire perché pubblicare sui social senza sponsorizzare non funziona più, vediamo qual è la differenza tra copertura dei post organica e a pagamento.

Copertura organica vs. a pagamento

La copertura (o reach in inglese) di un post post corrisponde al numero di utenti che hanno visualizzato almeno una volta quel singolo post. Si divide in copertura a pagamento ed organica.

La copertura a pagamento equivale al numero di utenti a cui sono stati mostrati post a pagamento della tua Pagina, ovvero quei post con la dicitura “sponsorizzato”.

La copertura organica, invece, equivale al numero di utenti a cui sono stati mostrati post non a pagamento della tua Pagina, e può essere suddivisa a sua volta in virale e non virale.

  • Virale: quando gli utenti visualizzano contenuti della tua pagina perché gli amici di amici lasciano un like, seguono la tua pagina, interagiscono al post, condividono foto della tua Pagina e si registrano.
  • Non virale: quando gli utenti visualizzano contenuti sulla tua pagina. Ciò non include gli amici di amici che lasciano un like, seguono la tua pagina, interagiscono al post, condividono foto della tua Pagina e si registrano.

Ora arriviamo al nocciolo del problema: dal 2014 la copertura organica su Facebook è in costante calo, principalmente a causa della crescita della piattaforma e delle maggiori quantità di contenuti, e ad altri problemi che improvvisamente hanno iniziato a comparire, spingendo il social a fare dei cambiamenti

Gennaio 2017: viene introdotto un aggiornamento che classifica meglio i contenuti

Maggio 2017: Facebook dichiara guerra al click-bait, cioè quella pratica mirata a incentivare i clic al sito con titoli a effetto e ingannevoli

Settembre 2017: vengono premiati i contenuti mobile-friendly

Da gennaio ad agosto 2017, secondo uno studio di  BuzzSumo, la copertura organica è diminuita del 20% rispetto all’anno precedente. Questi dati indicano che il declino che molti brand e marketer hanno annunciato a gennaio 2018 e che hanno vissuto è solo una parte di un processo che in realtà è già iniziato nel 2013, volto a diminuire le campagne gratuite di brand su Facebook.

Come afferma un articolo di statista.com – Facebook sta cercando di spingere i marchi a pagare per una maggiore copertura dei loro contenuti diminuendo la portata organica dei post delle aziende che potrebbe presto raggiungere lo zero, il che significa che le aziende non saranno più in grado di raggiungere i propri fan di Facebook a costo zero (e questo già dal 2014).

Lo spazio dei contenuti organici inoltre, è diventato sempre più competitivo con il tempo e Facebook ha deciso di desaturare questi contenuti modificando l’algoritmo, in modo tale che l’utente veda contenuti organici in linea con i tuoi interessi. Nel gennaio 2018, Mark Zuckerberg ha scritto un post, spiegando che l’azienda stava spostando la sua attenzione verso il mantenimento delle connessioni tra le persone.

L’obiettivo di Zuckerberg è quindi mostrare contenuti alle persone, aiutarli a connettersi tra loro, interagire con altri utenti e in definitiva, rendere Facebook un luogo felice. Il che è un bene, a meno che tu non sia un imprenditore che cerca di raggiungere un nuovo pubblico!

“Usare i social media per connetterci con le persone alle quali teniamo può essere positivo per il nostro benessere. Possiamo sentirci più uniti e meno soli e questo risulta in correlazione sul lungo termine con il grado di felicità e di salute. Dall’altro lato, leggere passivamente o guardare video, anche se sono di intrattenimento o informativi, può non essere così positivo”.
Mark Zuckerberg
CEO Facebook

La motivazione di questo cambiamento quindi non è quello di escludere le aziende dal feed degli utenti, ma questa rimane comunque una conseguenza.

Tuttavia, il calo della copertura organica non riguarderà tutte le pagine; le pagine che per ora sono “sicure” sono quelle che sono attive da diversi anni e quelle che hanno una vera community di persone attive interessate ad interagire con il brand ogni giorno.

Un altro fattore che incide sul calo della copertura organica è il modo in cui viene calcolato ora: fino a febbraio 2018 la metrica di copertura prendeva in considerazione quante volte i tuoi contenuti erano stati caricati nei singoli feed di notizie. Ad oggi invece, Facebook calcola la copertura in base a quante volte un post entra nello schermo di una persona. Ciò rende la portata organica delle pagine più veritiera e coerente con il modo in cui le misure di Facebook raggiungono gli annunci.

Come e quanto bisogna investire per fare pubblicità sui social?

Una pubblicità efficace è quella che utilizza a suo vantaggio le potenzialità della piattaforma, quindi non semplici campagne costruite intorno ad un post, ma post basati su idee di campagne.

La strategia ideale da usare per sponsorizzare le campagne sui social è quella di non decidere a priori il posizionamento della campagna, ma focalizzarsi sulla qualità dei contenuti, declinarli nei vari formati (stories e feed) e lasciare i posizionamenti automatici, dopo aver fatto tutti i test necessari e raccolto un po’ di dati su cosa funziona e cosa no.

Per quanto riguarda il quanto, il budget “giusto” da investire varia in base a fattori che possono essere interni all’azienda (come  la tipologia di azienda, il settore, il modello di business e gli obiettivi che si vogliono raggiungere) o esterni (come i meccanismi ad asta della piattaforma e la competitività del settore in un dato paese).

Nel caso di aziende con clienti che hanno bisogno di un contatto commerciale  per chiudere un acquisto o aziende B2B o B2C che vogliono fare lead generation, ossia campagne social per generare contatti da gestire poi in modo manuale o automatico tramite e-mail o chat-bot, i prezzi partono da 25€ al giorno prendendo come riferimento tutto il territorio nazionale.

Per gli e-commerce che vogliono vendere i propri prodotti sulla loro piattaforma minimizzando il contatto con il cliente la soluzione ideale sarebbero delle campagne che generino vendite dal proprio sito o dagli shop offerti dai social, quindi campagne con un funnel incentrato sulla conversione dei clienti in due step, il prospecting, dove andremo a presentare il prodotto al cliente con l’obiettivo che venga visualizzato e/o aggiunto al carrello, per poi passare alla seconda fase con il re-targeting facendo completare l’acquisto del nostro prodotto ai clienti interessati. I prezzi in questo caso partono dai 20 ai 35€ al giorno, prendendo sempre come riferimento il territorio nazionale.

Per finire, se sei un’azienda che opere prevalentemente nella propria area geografica vendendo prevalentemente offline (quindi negozi e business locali) la soluzione ideale sarebbero delle campagne che facciano conoscere il brand e che generino  contatti rispetto alla vendita del prodotto, quindi campagne di copertura e di interazione con una centralità sul contenuto che anticipano possibili domande e che facciano parlare del brand. Qui i prezzi partono da 3€ al giorno se solo per un quartiere, per arrivare fino da un budget giornaliero di 10/15 € per un intera città.

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Editorial

Mar 2021

Per il mondo iperconnesso dei social media, il 2021 si prefigge come un anno di grandi cambiamenti. Non saremo gli unici, quindi, che dovranno stilare la famosa lista dei buoni propositi dà mantenere, perché le piattaforme social saranno le vere protagoniste di questi prossimi 12 mesi.

SEO & SEM | Differenze e best practices per una SEO corretta

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Editorial | Mag 2021

SEO & SEM

Differenze e best practices per una SEO corretta

by Matteo Tirante

Per SEO (Search Engine Optimization) e SEM (Search engine marketing) si intendono tutte quelle strategie ed attività volte a migliorare la visibilità di un sito web sui motori di ricerca, la differenza tra le due e che la SEM prevede un budget mentre la SEO no.

 

Prima di parlare delle tecniche base di una buona SEO, facciamo un piccolo riepilogo sul modo in cui Google gestisce i risultati di ricerca.

 

È tutta questione di posizioni

Immagina la ricerca di Google come il pubblico di un concerto, gli spettatori che sono avanti avranno una visibilità maggiore di quelli che sono dietro, quindi e più probabile che quando il cantante sceglierà qualcuno tra il pubblico, sarà nelle prime file e non nelle ultime.

La stessa cosa succede nella ricerca di Google dove chi è in cima alla lista dei risultati avrà una visibilità maggiore e più possibilità di essere scelto dall’utente che ha effettuato la ricerca, ma come chi è in prima fila ha pagato un biglietto più alto per essere in cima, anche per essere in cima ai risultati di Google bisogna pagare, i primi 4 risultati infatti sono annunci a pagamento: che cosa vuol dire? Semplicemente che devi pagare Google per apparire in quella posizione, tramite un meccanismo ad “aste” basato sul Pay per Click (PPC).

In estrema sintesi: se vuoi apparire in quelle 3/4 posizioni per la chiave di ricerca “negozio gelati Milano”, devi stanziare un budget ed un periodo di riferimento della campagna pubblicitaria.  Quando un utente vedrà il tuo annuncio sponsorizzato e ci cliccherà sopra, spenderai dei soldi. 

Quanto? Dipende da quanti competitor stanno facendo la stessa cosa. Per questo si tratta di un meccanismo “ad asta”: si compete con gli altri per apparire nei primi risultati.

Quali sono i vantaggi degli annunci sponsorizzati su Google? LA POSIZIONE. Google, dovendo monetizzare, garantisce la migliore visibilità a chi paga. Gli svantaggi? Quando smetti di pagare, sparisci da quelle posizioni.

Sotto gli annunci a pagamento (che, ripetiamo, si riferiscono alle prime tre / quattro posizioni) si apre il mondo della ricerca “organica”, ovvero dei risultati NON a pagamento. È qui che agisce la SEO.

SEO & Best practices

Una buona SEO permette di raggiungere quei risultati in maniera abbastanza stabile nel tempo: se vengo posizionato in prima posizione per la chiave di ricerca “negozio gelati Milano”, adottando alcune tecniche ed accorgimenti ad hoc manterrò la posizione nei mesi (o negli anni). 

La differenza è quindi sostanziale: con gli annunci a pagamento (SEM) appaio nelle posizioni migliori, ma devo pagare ogni giorno per esserci. Con un servizio SEO, pago un professionista per raggiungere determinate posizione e mantenerle, ma queste rimangono sostanzialmente stabili nel tempo. I costi, inoltre, sono nettamente inferiori (per approfondire questo discorso puoi inviarci una richiesta di informazioni tramite il nostro form di contatto: aboutweb.it/contatti).

Abbiamo spiegato la differenza tra un servizio SEO e le campagne sponsorizzate su Google (SEM) ; adesso andiamo a vedere quali sono i fattori che incidono maggiormente su un buon posizionamento “organico” (ovvero NON a pagamento).

1. Bloccare la scansione indesiderata di informazioni non sensibili usando un file robots.txt

Un file robots.txt indica ai motori di ricerca se possono accedere a parti del sito e quindi eseguirne la scansione. Questo file, che deve essere denominato “robots.txt”, viene inserito nella directory principale del sito. È possibile che le pagine bloccate da robots.txt siano comunque sottoposte a scansione, pertanto devi utilizzare un metodo più sicuro per le pagine che contengono dati sensibili.

2. Descrivere accuratamente i contenuti della pagina

Scegli un titolo di facile lettura e che comunichi in modo efficace l’argomento dei contenuti della pagina.

3. Riassumere con precisione i contenuti della pagina

Scrivi una descrizione che sia allo stesso tempo informativa e interessante per gli utenti che hanno visto il tuo meta tag description come snippet in un risultato di ricerca. Non esiste un limite di lunghezza minima o massima del meta tag description, tuttavia ti consigliamo di assicurarti che sia abbastanza lungo da essere completamente mostrato nei risultati di ricerca (tieni presente che gli utenti potrebbero vedere snippet di dimensioni diverse a seconda di come e dove eseguono la ricerca) e contenga tutte le informazioni necessarie agli utenti per capire se la pagina sia utile e di loro interesse.

4. Immaginare di scrivere un riepilogo

Proprio come faresti per scrivere il riepilogo di un documento di grandi dimensioni, pensa quali sono i punti principali e secondari dei contenuti della pagina e decidi dove utilizzare correttamente i tag heading.

5. Controllare il markup tramite il test dei risultati multimediali

Una volta applicato il markup ai contenuti, puoi eseguire il test dei risultati multimediali offerto da Google25 per assicurarti che non ci siano errori nell’implementazione. Puoi inserire l’URL dei contenuti o copiare l’HTML effettivo che include il markup.

6. Creare una gerarchia di flusso naturale

Semplifica il più possibile per gli utenti l’accesso ai contenuti sul tuo sito, dai più generici ai più specifici. Aggiungi quando appropriato pagine di navigazione e organizzale in modo efficace nella struttura dei link interni. Assicurati che tutte le pagine del sito siano raggiungibili tramite link e che non richiedano una funzionalità di ricerca interna per essere trovate. Collega le pagine correlate, ove opportuno, per consentire agli utenti di scoprire contenuti simili.

7. Utilizzare parole negli URL

Gli URL con parole pertinenti ai contenuti e alla struttura del sito risultano più semplici per i visitatori del sito.

8. Scrivere testo leggibile

Gli utenti amano contenuti ben scritti e facili da seguire.

9. Scegliere testo descrittivo

L’anchor text che utilizzi per un link dovrebbe fornire almeno un’idea di base sull’argomento della pagina collegata.

10. Utilizzare gli elementi HTML < img > o < picture >.

Il markup HTML semantico consente ai crawler di trovare ed elaborare le immagini. Con l’elemento <picture> puoi anche specificare più opzioni per diverse dimensioni dello schermo per le immagini adattabili. Puoi anche utilizzare l’attributo loading=”lazy” per le immagini per velocizzare il caricamento della pagina.

11. Utilizzare nomi file e testo alternativo brevi ma descrittivi

Come molte altre parti della pagina oggetto di ottimizzazione, i nomi file e il testo alternativo risultano più efficaci quando sono brevi ma descrittivi.

12. Acquisire familiarità con i siti di social media

I siti creati attorno all’interazione degli utenti e alla condivisione hanno reso più facile mettere in contatto gruppi di utenti aventi un interesse comune con contenuti pertinenti.

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